Salvatore Baldinu
Uccelletto
(rielaborazione
da un riadattamento di Boccelli-Fiorello su un testo di Trilussa)
Era
d’inverno… e un povero uccelletto,
ferito
dalla fionda di un maschietto,
volò
per riposare l’ala offesa
dal
vetro pure rotto di una chiesa.
Tra
le tendine del confessionale
il
parroco intravide l’animale,
ma
proprio non poteva fare niente,
perché
pressato a confessar la gente.
Mentre,
in ginocchio alcuni e altri a sedere,
dicevano,
i fedeli, le preghiere,
una
donna, notato l’uccelletto,
lo
prese al caldo e se lo mise al petto.
D’un
tratto, nel silenzio, un cinguettio
si
levò nello spazio del buon Dio;
risero
in molti; e il prete a quel fervore
il
ruolo abbandonò di confessore;
e,
scuro in viso peggio della pece,
si
arrampicò sul pulpito e poi fece:
“Fratelli
chi ha l’uccello… per favore…
esca
fuori dal tempio del Signore!”.
I
maschi, un po’ stupiti a tal parole,
lenti
si accinsero ad alzar le suole;
ma
il prete a quell’errore madornale:
“Fermi!…
-gridò- …mi sono espresso male!…
rientrate
tutti e statemi a sentire!…
sol
chi ha preso l’uccello deve uscire!”.
A
testa bassa e la corona in mano,
cento
donne si alzarono pian piano;
ma,
mentre se ne andavano, ecco allora
che
il parroco strillò: “Sbagliate ancora!…
rientrate
tutte quante… figlie amate…
ché
non volevo dir quel che pensate!…
Ecco…
quello che ho detto torno a dire…
sol
chi ha preso l’uccello deve uscire…
ma…
mi rivolgo… non ci sia sorpresa…
soltanto
a chi l’uccello ha preso… in chiesa!”.
Finì
la frase… e nello stesso istante
le
monache si alzaron tutte quante
e,
con il volto pieno di rossore,
lasciavano
la casa del Signore.
“O
santa Vergine… -esclamò il buon prete-
fatemi Voi la grazia… se potete!…
Ecco... io dico... allora... piano piano
si
alzi soltanto chi ha l’uccello in mano!”.
Una
ragazza, che col fidanzato
si
era messa in un angolo appartato,
sommessa
mormorò, col viso smorto:
“Che
ti dicevo… hai visto?!… se n’è accorto!”.
“Se
se n’è accorto… è colpa tua… sei pazza!”
sussurrò
il fidanzato; e la ragazza
gli
bisbigliò: “Ma cosa vuoi che faccia?!…
se mi alzo ora… sai che figuraccia!...
Rifletti
bene... alzarmi non mi tocca!…
l'uccello
non lo ho in mano io... lo ho in bocca!”.
L’uccelletto,
quel dì, non si riprese:
morì; e il prete non ebbe più pretese.
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