ANALISI
DEI DOCUMENTI 20 e 21
Un’altra
precedente contestazione
addebiti (doc. 20), la prima in assoluto della mia decennale esperienza
scolastica (me ne sono state avanzate in tutto quattro, tre delle quali senza
conseguenze; la quarta e ultima, quella del prof. Piantoni, con conseguenze
devastanti, solo perché le controdeduzioni ad essa non sono state prodotte
formalmente per iscritto entro i termini
previsti, a fronte del giudizio anticipato dallo stesso Preside che
comunque avrebbe creduto alla
sua segretaria) testimonia come da ben cinque anni fossi sotto il
mirino di altri Capi d’Istituto in ottima amicizia con quello di Canonica
d’Adda. Con quest’atto la Preside di Casirate d’Adda, prof. Ariella
Borghi, mi prega di produrre le mie controdeduzioni
entro e non oltre due giorni dal ricevimento della presente.
Nella
mia risposta del 14.06.91 (doc. 21)finsi
di scusare, io per primo, la prof. Borghi di quell’arbitrario restringimento
dei termini, attribuendolo a una svista da parte sua, quando era per me evidente
che i termini legali di dieci giorni,
consentendomi di fornire la mia giustificazione con calma, erano poco congeniali
all’intento punitivo della stessa Preside, alla quale mi sembrava di aver già
dato, in via breve, piena soddisfazione. Accettai comunque la sfida e le
risposi, come voleva, entro due giorni dal ricevimento della contestazione
addebiti, consegnatami in data 12 giugno subito dopo la conclusione degli
scrutini, durante i quali aveva rifatto da par suo i giudizi sugli alunni e
contrastato vanamente la mia relazione finale, venendosi a trovare per la prima
volta in posizione di minoranza; anzi, completamente isolata, perché il suo fu
l’unico voto contrario alle mie conclusioni.
I tre riscontri sottoscritti dai colleghi prof. Sottocorno e prof. D’Amico evidenziano senza dubbio l’indisponibilità degli stessi ad avvallare completamente e direttamente le mie controdeduzioni, limitandosi l’uno a precisare alcune proprie decisioni (peraltro arbitrarie e dubbie) e l’altra a confermare le dichiarazioni del collega che ricopriva il ruolo di vice-preside (Quale sorprendente analogia ci offre l’ironia della sorte?!). Tuttavia la Preside Borghi non poté far altro che accogliere la mia giustificazione senza alcun riscontro oggettivo, non avendo potuto verificare ciò che il suo vice e la prof. D’Amico avevano frettolosamente scritto in calce alla mia risposta, dalla quale all’ultimo momento avevo stralciato le loro dichiarazioni.