"Amato e lo stilema antimafia" in terzine dantesche |
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Amato
fa il ministro dell’Interno!… a
Craxi sussurrò le idee più audaci!… Bettino
andò in esilio e lui al governo!… Ieri…
a Palermo… dove o campi o taci… si
è presentato dopo quindici anni dalla
strage mafiosa di Capaci!… È
lì raccolto nei sottili panni… quando
Francesco… un giovane studente… gli
cita il Parlamento e i suoi malanni!… “Siedono
in venticinque impunemente dei
condannati” dice lo scolaro… e
gli ricorda che… tra quella gente… grave
indagato… c’è Totò Cuffaro!… lo
Stato invece manca giù in Sicilia!… e
l’argomento sembra proprio chiaro!… Giuliano
socialista gli si umilia… e
affronta coraggioso quel confronto con
la cultura di festa e vigilia!… L’apostata
conforta a muso pronto il
giovane e gli dà del populista e
capo… giustiziere ingiusto… e al conto gli
aggiunge anche… in insalata mista… retorico…
emotivo ed uniparte… e
infine… dando sfoggio di conquista della
lingua di Dante… “Tu vuoi Marte tra
l’Isola creare e lo Stivale!… questi
stilemi li hai imparati ad arte dal
populismo più meridionale!"!… La
Mafia dorme ormai sonni tranquilli!… Qui
c’è il ministro che riduce male uno
studente siculo e i suoi strilli antimafiosi!…
Amato dà l’esempio!… Ora
ritorna a Roma e ai suoi cavilli di
chiacchiere e caffè con più di un empio… con
Vito e Pomicino ancora intatti… eletti
in Antimafia… e… in cima al Tempio… |